Fabio Vanni analizza criticamente il documento Pansm sulla salute mentale, evidenziando come, pur riconoscendo l’urgenza e la gravità della situazione, si scelga di non destinare nuove risorse economiche. I dati ufficiali mostrano un grave divario tra domanda e offerta di servizi, con carenze di personale e ridotta capacità di presa in carico, specialmente nell’infanzia e adolescenza. Vanni contesta la riduzione della salute mentale alla sola dimensione psichiatrica e neuropsichiatrica, trascurando approcci psicologici e psicosociali, e critica l’assenza di una reale integrazione territoriale e comunitaria. L’autore propone una visione più ampia e umana della cura, centrata sulle persone e sulle relazioni, capace di valorizzare tutte le risorse disponibili nella comunità.
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