Progetto Sum Ferrara, una della nostre nuove sedi, condivide questi pensieri, in occasione della giornata mondiale della salute mentale, che raccontano come può essere declinata localmente la presenza sociale di Progetto Sum.
Il 10 ottobre, giornata mondiale della salute mentale, non è soltanto un’occasione simbolica, è un momento importante per ribadire quanto il benessere psicologico non sia un lusso, ma un diritto che va coltivato.
Proprio in questo giorno, riflettendo sul nostro percorso che comincia con lo ‘Sportello Psicologico’ fino ad arrivare a ‘Progetto Sum ETS’ ci siamo resi conto di quanto la nostra essenza originaria ne sia uscita rafforzata.
La continuità è la prima cosa che emerge.
Progetto Sum Ferrara della nostra identità conserva:
– l’intento di mettere al centro la persona nella sua interezza, con le sue relazioni, fragilità e risorse;
– una visione che rispetta la complessità dell’essere umano;
– la missione di sostenere percorsi rispettosi, attenti e di qualità, e accresce l’impegno verso il contesto culturale, formativo e sociale nel quale le persone vivono.
In questo nuovo modello, qualità, accessibilità ed etica sono parametri concreti delle scelte quotidiane. La qualità si garantisce grazie ai professionisti che operano con formazione, supervisione e aggiornamento continuo. L’accessibilità è resa possibile da una struttura tariffaria modulata in base alle risorse economiche delle persone. L’etica è il filo che attraversa tutti gli ambiti: il rispetto della dignità, l’attenzione alla sostenibilità, la trasparenza, la responsabilità nei rapporti interni ed esterni.
A sostegno di questa visione, vale la pena ricordare alcune riflessioni che, il presidente di “Progetto Sum ETS”, Prof. Fabio Vanni ha condiviso nel suo lavoro sul tema delle risorse messe a disposizione per il benessere psicologico. Il Prof. Vanni denuncia come la carenza di servizi territoriali porti a un sovraccarico dei reparti di emergenza, favorendo una risposta ospedaliera che è spesso meno centrata sulla persona e più su protocolli d’urgenza; servirebbe un’inversione di rotta verso un’assistenza territoriale ben organizzata, capace di intrecciare pratica clinica e cultura sociale — una rete che coinvolga scuole, associazioni, comunità, e che sappia valorizzare attori locali come risorsa anziché considerarla esterna.
In Progetto Sum, queste proposte non restano astratte: diventano orientamenti che guidano la progettazione dei nostri consultori, delle sedi locali, delle attività formative e culturali. Nulla di quanto proponiamo è scollegato dal territorio e dai bisogni reali delle persone: il nostro sforzo è quello di costruire un servizio che sia davvero “di prossimità”, che non viva come alternativa secondaria al modello ospedaliero, ma come spazio primario della cura.
Progetto Sum Ferrara